I soggiorni di Sissi nella città di Napoli raccontati dalla sua dama d’onore

“L’imperatrice amava molto Napoli e cercava di farvi sempre scalo ogni volta che intraprendeva un viaggio”.

Dall’11 novembre 1890 e nei successivi cinque giorni, Elisabetta di Baviera, Imperatrice d’Austria e Regina d’Ungheria,  visitò Napoli un’ennesima volta.

Dei suoi numerosi soggiorni a Napoli, Caserta, Pompei, Capri e Sorrento grazie alle cronoche del tempo ci sono giunte molte notizie ma è attraverso il racconto della Contessa Irma Sztàray che si scopre dell’entusiasmo dell’Imperatrice nel tornare volentieri in questi luoghi.

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-“Sentirmi la collaboratrice di questo fortunato artista mi procura una grande gioia. Descrivendola com’era, attraverso il mio affetto più caloroso, ho l’impressione di fare qualche cosa per lei”. Così scriveva la contessa Irma Sztàray riguardo al memoriale da lei scritto sugli ultimi anni di Elisabetta di Baviera. La contessa, dama d’onore, accompagnò Sisi in numerosi viaggi (dal 1 dicembre 1894 fino all’appuntamento con la morte a Ginevra il 10 settembre 1898)  durante i quali visse momenti che in seguito definirà i più belli della sua vita. Da Algeri a Cap Martin, da Merano a Corfù, da Torino a Madonna di Campiglio, da Parigi a Sanremo passando per Montecarlo. –

Ciò che mi ha emozionato è stato scoprire nel dettaglio due dei periodi di soggiorno di Elisabetta nella città di Napoli (nel 1895 e nel 1896) in cui si dedicò alle visite culturali, naturalistiche e culinarie in giro per vicoli, strade, piazze e giardini ma anche allo shopping nelle migliori botteghe artigiane. Ammirava la vista da Castel Sant’Elmo, correva come una locomotiva sul Vesuvio, gustava gelato alla violetta al Caffè Gambrinus (tutto’ora disponibile nella gelateria a lei dedicata)

Inoltre l’imperatrice si pose come obiettivo far innamorare la contessa Irma della città partenopea preparandole un completo itinerario e spingendola a girovagare con lo scopo di scoprire la vera essenza di Napoli che lei stessa vantava di conoscere.

La contessa inizia (pag. 51) il racconto di quei nuvolosi giorni del 1895. “Il Miramare levò l’ancora e puntò verso Napoli”.

Il racconto procede in modo del tutto inaspettato subito dopo aver citato il celebre detto “Vedi Napoli e poi muori”.

Irma ci racconta stupita di “vedere Napoli sotto la neve” proseguendo con la descrizione del paesaggio. “La citta e tutto intorno ad essa era bianco, solo il mare era di un blu acceso, e i raggi del sole che si riflettevano sull’acqua scintillavano sul bianco della terra.”

Poi Sisi e il suo entourage cominciò il suo itinerario. L’imperatrice “con un sorriso di soddisfazione sulle labbra, osservava il mio rapimento ogni giorno più grande, camminavamo delle ore, ci fermavano solo per gustare un gelato e ripartire con nuove forze affinché io potessi scoprire Napoli, secondo le parole dell’imepratrice”.

Ci narra del chiarore della luna sul Rione Chiaia e di quanto Sisi fu stregata da questo spettacolo.

“È il mio umore napoletano -diceva,- qui tutto concorre a fare sentire felici”.

Passeggiarono sei ore nei vicoli in una parte della città che “la stregava”,  scrive la dama.

Per poi continuare citando ancora una volta  le parole della sovrana:

“Guardate quanti sfaccendati. Hanno tutti un aspetto gioioso. Solo il sole mediterraneo può donare tanta felicità. L’aria fredda e umida del Nord incupisce l’anima, tanto che gli affanni hanno sempre il sopravvento.”

Elisabetta chiarisce che con alcuni di loro, i lazzaroni -gli scugnizzi- non è consigliato legare quando si abbandonano alla risolutezza. Sì sa dopotutto che l’imperatrice per via della sua fragilità di nervi preferisse la tranquillità.

L’imperatrice congedò Irma per quattro giorni affinché la dama acquisisca “familiarità con questa citta e suoi dintorni”.

Successivamente riunita alla sovrana, visitò con lei Sant’Elmo dal quale si gode di una bella vista e la Reggia di Caserta. Gli scavi di Pompei e l’escursione sul Vesuvio furono i momenti più indimenticabilli.

Dal Vesuvio “eruttava lava incandescente” così dovettero tornare al porto per “ammirare il Vesuvio furioso che proiettava verso il cielo le sue fiamme rosso vivo, mentre la luna piena faceva capolino dal suo cratere”.

Restarono bloccati tre giorni a Napoli per una tempesta che impediva la navigazione.

Poi partirono per la Sicilia alla volta di Cariddi e dello Stromboli.

Dell’anno 1896 Irma cita di un immancabile tappa a Napoli tra Cannes e l’ultimo soggiorno a Corfù non specificando altro.

Nel 1890, in un salto temporale di sei anni, il soggiorno di Sissi a Napoli è datato martedì  11 novembre del 1890. La permanenza in città durò cinque giorni. Acquistò aritigianato in corallo, tartaruga e porcellana. Comprò anche argenti e pastori. Pranzava il Caffè Europa e per le vie e botteghe di Napoli si mostrò quasi felice. “Acquistò oggetti d’arte da Varelli, mobili intarsiati da Caporetti al Reclusorio (Palazzo Fuga), da De Angelis a Santa Teresa, decine di eccellenti artigiani napoletani lavoravano da un anno esclusivamente per lei e per arredare il palazzo che un architetto italiano le stava costruendo a Corfù: l’Achilleion.” Citava un articolo che lessi a riguardo. In quell’occasione si recò a Caserta e Pompei per la prima volta. Andò in treno a Pompei, dove alcuni artisti stavano riproducendo affreschi e decorazioni per la villa di Corfù.

Nel 1895/96 come probabilmente in precedenza alloggiò a Sorrento nel Grand Hotel Victoria in Piazza Tasso dove prima di lei avevano albergato suo cugino Ludwig II di Baviera insieme al cognato Massimiliano I Del Messico allora soltanto d’Asburgo Lorena.

L’articolo termina qui, ma prima vi invito a cogliere l’occasione di assaggiare il gelato alla violetta al Caffe Gambrinus (Piazza Trieste e Trento) che tanto deliziava Sissi.